Romy è una donna di mezza età che conduce una vita di successo, divisa tra il lavoro di dirigente d’impresa, il rapporto ancora focoso col marito Jacob (Antonio Banderas) e i figli. Questo equilibrio è messo in pericolo quando Romy decide di intraprendere una relazione clandestina con lo stagista Samuel (Harris Dickinson), col quale instaurerà un rapporto squilibrato nelle sue dinamiche di potere.
Un thriller erotico poco intrigante e poco eccitante, condito con scene che spesso e volentieri offrono involontari siparietti comici. Viene spontaneo chiedersi se si stia guardando una commedia demenziale, perché la presentazione dei personaggi e dei rapporti tra essi funziona. È lo sviluppo della storia che fa crollare tutto. Nicole Kidman si dona completamente alla macchina da presa, mettendo a disposizione il proprio corpo, ma manca una cosa fondamentale: l’espressività del volto, più vicina alla soap opera.
Non riesce nemmeno la riflessione sulle dinamiche che si instaurano nei rapporti di potere e nei rapporti erotici. Per tematiche e sviluppo, il film sembra prendere come modello La pianista di Michael Haneke, ma il risultato è una parodia meno spinta, e per questo irrilevante, piena di momenti sopra le righe e di reazioni da telenovela. Un passo falso per la casa di produzione A24. Può capitare.
Venezia 81. Recensione di "Babygirl" di Halina Reijn
- di Francesco Maria Effuso
- Io C'ero
powered by social2s