Oggi incontriamo Morena Chiara, una talentuosa artista italo-brasiliana, figlia di madre carioca e padre napoletano, che ha saputo combinare le sue radici culturali in una carriera artistica poliedrica. La sua passione per la bossa nova e la música brasileira si riflette nella sua musica, mentre la sua formazione al Conservatorio Musicale di Benevento ha affinato ulteriormente il suo talento.
Oltre alla sua carriera musicale, Morena ha brillato anche come modella e attrice, posando e recitando in spot per diversi brand prestigiosi. Ha inoltre partecipato al mocumentary "La triste vita del Mago" di Francesco D'Antonio e ha ottenuto visibilità con il brano "Tra una nuvola e l’altra" in collaborazione con Marco Fasano. Recentemente, ha mostrato la sua versatilità nel programma "E che teatro", duettando con Andrea Sannino in una versione italo-brasiliana di "Abbracciame". Sono entusiasta di scoprire di più sul suo percorso artistico e sulle sue attuali riflessioni e progetti.
Morena, per iniziare, puoi raccontarci come hai intrapreso il tuo percorso musicale e come la tua formazione nella bossa nova ha influenzato il tuo stile artistico?
Ho sempre cantato, sin da piccola. Il mio approccio alla musica è stato molto naturale e istintivo. Ho cominciato con piccole band locali, passando dal fare l’artista di strada, al cantare per feste private e locali vari. Al momento lavoro a diversi progetti musicali.
La bossa nova è stato il genere con cui ho iniziato a “lavorare” con la musica, mi ha permesso di affinare il mio stile “soffiato” per così dire, e di assorbire quelle caratteristiche tecniche tipiche della delicatezza brasiliana.
Essere figlia di una madre carioca e un padre napoletano ti ha donato un mix culturale unico. Come queste due culture hanno influenzato la tua musica e il tuo percorso artistico?
Essendo figlia di queste due culture mi sono sentita, e mi sento tutt’ora, in dovere di studiarle. Per capire da dove provengo, e in che “mondo” hanno vissuto i miei genitori. Essendosi poi separati a un certo punto della mia vita, mi sono ritrovata a vivere questi “mondi” separatamente, da un lato uno stile di vita Sud-americano, e dall’altro un clima prettamente partenopeo. Ovviamente tra il vivere due vite di “colore” diverso, e lo studio indotto dalla curiosità verso queste due culture, essendo cantante non posso non far fuoriuscire queste influenze sottoforma di musica.
So che sei figlia d'arte. In che modo l'essere cresciuta in una famiglia artisticamente orientata ha influenzato la tua carriera?
Non è una cosa che influenza sempre positivamente le carriere degli artisti. Essere figlio o figlia d’arte vuol dire, a volte, portarsi il peso che la gente si aspetti necessariamente qualcosa da te, e non qualcosa che sei tu a dettare, ma che già è scritto nella mente delle persone. Si sente spesso dire: “E’ figlio d’arte, perciò...” io credo che un figlio d’arte (salvo casi di eccessiva presunzione) voglia essere riconosciuto per il suo impegno artistico, e per la sua bravura, indipendentemente dal fatto che sia figlio d’arte o meno. Detto ciò, ho vissuto con due genitori artisti, in particolare con mio padre. Ma sento come se fosse stato un segno, o un aiuto. I miei genitori non mi hanno influenzato artisticamente più delle esperienze di vita che mi hanno cresciuta nell’insieme, ma riconosco che l’appoggio che mi hanno sempre dato, e che mi danno tutt’ora è una cosa preziosa, non da molti. Non mi hanno mai ostacolata, e hanno sempre creduto e amato quello che facevo, in qualunque modo lo facessi.
Sono stata davvero molto fortunata in questo.
Hai recentemente partecipato al programma "E che teatro", duettando con Andrea Sannino in una versione italo-brasiliana di "Abbracciame". Com'è stata quest'esperienza e come hai trovato il processo di adattamento della canzone?
Scrivendo io la traduzione, l’ho adattata personalmente. E’ stato un bel momento ed è stato piacevole conoscere Andrea, che ho apprezzato non solo come artista, ma anche come persona.
Il brano "Tra una nuvola e l’altra", cantato con Marco Fasano, ha riscosso un notevole successo. Come è nata la collaborazione con Marco e cosa rappresenta questo pezzo per te a livello personale e professionale?
Questo brano mi ha visto per la prima volta cantante di una canzone incisa e ascoltabile in tutte le piattaforme digitali. Prima di allora la mia carriera è stata quasi prettamente live, ed è stato emozionante sentirmi e vedermi su YouTube per la prima volta.
Marco è un caro amico di famiglia, oltre che un bravissimo cantautore.
E’ un pezzo oggi un pò lontano come stile dai miei nuovi brani, ma è stato sicuramente l’inizio di tante cose, gli devo molto.
La tua carriera di modella ti ha visto posare e recitare in spot per diversi brand. Quali sono stati i momenti più interessanti della tua carriera?
Sicuramente il lavoro con la ditta “La Torrente” è stato quello più divertente oltre che bello di questa tipologia di lavoro. La Santangelo’s studios mi ha per così dire “trovata” tra i vicoli del centro storico per chiedermi se volessi fare 3 giorni in puglia per “raccogliere pomodori”, ovviamente non abbiamo fatto solo quello, ma mi fa ridere raccontarla così. Sono stati 3 giorni molto belli, in compagnia di persone squisite. E’ un ricordo che tengo con affetto, molto stretto.
I social media sono diventati una parte importante del mondo artistico. Come gestisci la tua presenza sui social e quanto pensi che influenzino la tua carriera e il tuo lavoro?
Non sono una grande esperta social, conosco però molte persone che ci lavorano. Pubblico poche cose, ma cerco sempre, per quel poco, di tagliare i momenti più belli del mio lavoro e condividerli. Al momento sto preparando un piccolo spazio in casa in cui registrare video quotidianamente e aumentare la mia presenza online.
Quali sono le principali influenze musicali che continui a esplorare oggi e come queste influenzano la tua produzione musicale attuale?
Amo le cose sentite, le canzoni e le voci che sembrano abbracciare, o talvolta mordere. Passo dal raggae di Ayo in Down on my knees, all’elettronica “respirata” di Billie Eilish.
Dal groove e il clima intenso di una Erykah Badu, alle melodie più belle di una Laurin Hill, al funky di Anderson Paak, per poi tornare in italia e alleggerirmi da canzoni come quelle di un Pino, di una Vanoni, e anche di un “certo” Murolo. Ogni cosa che ascolto mi influenza, inevitabilmente, ed entra a far parte del mio bagaglio musicale.
Hai nuovi progetti musicali o collaborazioni in programma che puoi condividere con noi? Quali sono i tuoi obiettivi futuri nel campo della musica?
Ho vari progetti a cui sto lavorando al momento, non dirò nulla per scaramanzia, alcuni di questi includono l’elettronica, mie produzioni personali e collaborazioni.
Infine, quale consiglio daresti ai giovani artisti che desiderano intraprendere una carriera nelle arti, considerando le tue esperienze e le sfide che hai incontrato lungo il percorso?
Di insistere. Non tutti sono fatti per fare questo mestiere, a volte mi soffermo anche io su quanto difficile sia stato e sia tutt’ora, e se abbia fatto la scelta giusta.
Ci vuole coraggio, forza, e determinazione, unito a un grande lavoro di maturazione personale e di crescita che non deve mai avere fine.
Oltre che conoscenza del proprio mestiere, e lavoro/studio quotidiano sulla propria arte, c’è un grande lavoro di ricerca personale. Un buon artista deve avere le idee chiare, una coerenza, e una propria identità, e non è per nulla facile. Neanche per chi lo è già. Inoltre io sono pienamente convinta del fatto che se ci credi tu, in primis, allora ci crederanno anche gli altri.