Milena Setola è una talentuosa cantante che ha saputo conquistare il pubblico con la sua voce distintiva e la sua presenza scenica magnetica. La nostra amicizia risale a molti anni fa, e insieme abbiamo avuto il piacere di collaborare su diversi progetti fotografici, unendo le nostre passioni per creare qualcosa di unico. Milena rappresenta un punto di riferimento nel panorama musicale napoletano, unendo la tradizione con influenze moderne in un modo che è tutto suo. La sua abilità nel fondere melodie tradizionali con un tocco contemporaneo ha contribuito a creare uno stile inconfondibile, rendendola una figura affascinante e innovativa nel mondo della musica.
Milena, puoi raccontarci come è iniziato il tuo percorso musicale e quali sono stati i momenti chiave che hanno definito la tua carriera?
Il mio percorso musicale è iniziato a 14 anni con lo studio del solfeggio sotto la guida del Maestro Gianny Desidery. A 16 anni ho debuttato sui primi palchi, iniziando un percorso di crescita tra gavetta e formazione. L'incontro con Diego Sanchez nel 2008 è stato determinante per il passaggio da cantante dilettante a professionista, portandomi in tournée in tutta Italia e permettendomi di realizzare il mio primo album di inediti nel 2013, grazie alla collaborazione con Giuseppe Deliberato. Fondamentale è stato anche l'incontro con Luigi Pignalosa, che ha curato la direzione artistica del mio primo spettacolo teatrale, "80 voglia di cantare". Ho collaborato con il M° Enzo Campagnoli e Gianni Fiorellino su altri brani inediti, partecipando a selezioni importanti come Sanremo Giovani. Infine, grazie a Gigio Rosa e Radio Marte, ho avuto l'opportunità di esibirmi in numerosi eventi, e negli ultimi due anni sono apparsa in diverse trasmissioni televisive locali con la mia band.
Ha avuto modo di lavorare spesso in televisione come cantante. Come cambia il suo approccio alla performance quando lavori per il piccolo schermo rispetto ai concerti dal vivo?
L'unica differenza nei tempi televisivi è che i brani vengono ridotti al minimo indispensabile, ma l'approccio e la concentrazione rimangono gli stessi. Sono sempre vigile ma autentica in entrambe le situazioni, cercando di mantenere la spontaneità sia nel rapporto con il pubblico che nei miei errori. Non mi piace alterare neanche la dizione; preferisco rimanere vera, esattamente come sono tra le mura di casa.
Ci parli del tuo processo creativo. Come nasce una sua canzone e come lavora per darle vita?
Tendo ad isolarmi dal caos esterno, ma do molto spazio all’osservazione, chiudo gli occhi e immagino una scena, di tanto in tanto ripropongo un giro armonico cosi da trovare la melodia e definirla.
La bellezza e l'immagine hanno un ruolo significativo nella musica moderna. Come percepisci l'interazione tra la tua immagine e la tua arte?
La musica moderna è ricca di bellissime ragazze altrettanto brave dal punto di vista canoro. Si tende ad esaltare molto l’immagine, vedi i social che per la maggior parte lavorano con
foto e video, la mia immagine è molto apprezzata dal pubblico, soprattutto il mio sorriso e questo mi riempie di gioia. Portare allegria in una casa è sempre bello.
Quanto influisce la sua estetica visiva sul modo in cui la sua musica viene recepita dal pubblico?
Questa è una domanda che in molti mi fanno, io sono una che cura molto l’immagine, ma non sempre l’immagine aiuta contrariamente a ciò che si pensa, c’è ancora un po' il concetto che se sei bella allora non sei brava, e quindi io ho cercato di sfatare questo mito, fornendomi di una grandissima e continua preparazione artistica. Per me immagine e arte viaggiano di pari passo. Detto questa io non sono una che si definisce bella, anzi sono molto autocritica. C’è da dire che a volte è vero che l’immagine mi ha aiutato come per alcune cose televisive, in altre suscita gelosia e quindi mi fanno fuori.
Il progetto musicale che le ha dato più soddisfazioni o emozioni fino ad oggi qual è stato, e perché?
È stato proprio il mio ultimo progetto realizzato con Vincenzo D’agostino e Luca Barbato, perché mi ha portato affetto dal pubblico e apprezzamenti per il mio modo di cantare in lingua napoletana che non mi apsettavo. Vedere la gente che balla e canta il tuo brano è sempre una soddisfazione.
Qual è il suo rapporto con il dialetto napoletano nella sua musica? In che modo lo utilizza per esprimere la sua identità artistica?
Il mio rapporto è cambiato in questo ultimo anno, ho trovato un grande appoggio nella mia lingua e una grande libertà di espressione. Mi sono sentita vera.
Ci sono elementi della cultura napoletana che trova particolarmente influenti o che cerca di preservare attraverso la sua musica?
Assolutamente si, il ritmo un po' rudimentale, la sonorità gioiosa in contrapposizione ad un testo triste, così come i melismi un po' arabeggianti. Insomma tanta roba nel nostro patrimoio artistico.
Il panorama musicale attuale è molto variegato. Quali artisti o generi la ispirano maggiormente oggi e come influiscono sul suo lavoro?
Io resto fedele a Pino Daniele come influenza musicale, cioè cantare senza per forza dover diomostare tutte le proprie doti canore. Ammiro molto Annalisa attualmente, che ha saputo fare il giusto compromesso tra la canzonetta estiva e il bel canto, provate a cantare un suo brano per capire quanto fiato e quanta precisione ci vuole.
Quali sono i suoi progetti futuri e c'è qualche nuova direzione artistica che sta esplorando al momento?
Nei miei progetti futuri c’è l’uscita del mio Ep, in lingua italiana e napoletana, progetti artistici con la mia band che mi vedranno in giro in tv e non solo.